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III giorno di jungo-trekking solitario 16-5-13 - Povo -trento-Castello - Cavalese- Ziano di Fiemme
Nella foto: giovanni cristellon
18/05/2013

 

III giorno di jungo-trekking solitario  (nella foto: Giovanni Cristellon con l'orto biologico in dossi)

Il tempo piacevolissimo dei giorni scorsi ha lasciato il campo a una pioggia battente, fredda, petulante.  Non senza dolore interiore, rinuncio all’anello di Pergine (Villazzano, Vigolo Vattaro, Calceranica), e decido di prendere la corriera, scendendo con jungo da Povo a Trento. Ho rimorso di non aver preso un ombrello vero, da pastore. Ma non è solo l’ombrello, è che mi sono attrezzato secondo il detto “pioggia di maggio, poco bagnato”, e invece ci ho le gambe quasi zuppe. Per trovare un punto adatto mi faccio 1000 metri a piedi, non senza frutto perché infatti si ferma, dopo soli 3 min., una simpatica impiegata di Povo, che conosce jungo. Come quasi tutti, rifiuta categoricamente il ticket. Si fatica a capire che jungo cerca di stabilire un criterio di parità, ma va bene lo stesso.

L’autista della corriera che mi porterà a Castello di Fiemme è un po’ rustico. In attesa della partenza fa in tempo a rimbrottare la ragazzina arrivata con 10 secondi di ritardo, nonché il sottoscritto, seduto dietro di lui, colpevole di avere usato un posto vuoto per lo zaino, che invece devo ficcare nel portabagagli. Eseguo subito. Poco dopo noto che mi fissa mentre sono intento a mangiare con gusto le polpette e le patatine prese alla stazione. “Buon appetito!” mi dice con fare minaccioso. Lo ringrazio educatamente, poi, per rincuorarlo, prometto che non lascerò una briciola. “Speriamo!” è la poco amichevole risposta.

Mi faccio lasciare a Castello di Fiemme, così avrò modo di jungare verso Ziano ed esser pronto per la conferenza di stasera a Predazzo, dove figuro relatore. Continua a piovere fisso.  Andando verso lo sperone roccioso su cui sorgono due chiese, noto, nella parte più bassa del paese, la “via alta”, ironie della toponomastica trentina. A Vigolo Baselga c’era un cartello, sull’intonaco cadente di un’antica casa di pietra, con il nome “via nuova”.  E mi viene anche in mente che nei pressi di Tesero c’è Lago di Tesero, dove una volta avevo chiesto dove si trovasse il lago, e mi era stato risposto che a Lago non c’è un lago.  Umorismo certamente involontario, al contrario da quello che ritroverò in un graffito sotto un’antica volta di Tesero: “Viva camillo B. conte di Cavour -  Viva Verdi -  abbasso Pio IX - abbasso Carlo Pisacane”, dove il falso storico è palese non appena ci si accorge che l’anonimo patriota ha usato un moderno pennarello “marker” nero.

A Cavalese mi fermo per un caffè con l’amico junghista Marco, poi procedo con altra velocissima jungata (2 min) con un fiemmese che conosce jungo e che mi porta a Ziano, dove sarò ospite dell’albergo del noto jungonauta Giovanni Cristellon. Sotto la pioggia battente, mi esibisce con soddisfazione il suo orto biologico (vd foto).

Raggiungo il ristorante a Predazzo con altra turbo-jungata (7 min), dove incontro gli amici relatori del convegno de “I luoghi della sobrietà”, dove ho ancora una volta il piacere di predicare la dottrina jungo. Stanchissimo alla sera come al solito.

Termina qui il racconto della III giornata di jungo-trekking Trentino

Enrico Gorini

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